Perché rimuovere la prostata?
La prostata viene asportata quando si fa una diagnosi di tumore.
Che cosa è la prostatectomia radicale?
E’ l’intervento chirurgico eseguito dall’urologo che rimuove la prostata, le vescicole seminali e, spesso, i linfonodi pelvici. Anche utilizzando gli approcci meno invasivi quali la chirurgia laparoscopica e robotica, gli effetti secondari più comuni della chirurgia del cancro alla prostata sono l’incontinenza urinaria (incapacità di controllare le perdite di urina) e la disfunzione erettile (l’incapacità di raggiungere una piena erezione).
A > Incontinenza urinaria
L’incontinenza urinaria può essere un problema grave e imbarazzante in molti casi. È tra le complicazioni più comuni di questo tipo di chirurgia con notevole impatto sulla qualità di vita. Il tipo più comune di incontinenza urinaria dopo la prostatectomia radicale è rappresentata dall’incontinenza da stress. Si perde urina dopo uno sforzo quale colpo di tosse, fare le scale, starnuto o esercizio fisico.
L’incontinenza migliora lentamente in un periodo di mesi. La maggior parte degli uomini mostra grande miglioramento a distanza di sei mesi. Molti uomini possono continuare a indossare un pad (pannolino) molto sottile, di sicurezza.
Cosa fare per risolvere l’incontinenza urinaria?
Il trattamento iniziale è rappresentato dagli esercizi di Kegel che hanno il compito di rafforzare i muscoli del pavimento pelvico, importanti per il controllo della muscolatura vescicale. Se avete in programma un intervento di asportazione radicale della prostata, il medico può suggerirvi di iniziare questi esercizi prima dell’intervento chirurgico.
Un’altra opzione è quella di associare gli esercizi di Kegel al biofeedback. Questo vi aiuterà a giudicare quanto bene i muscoli del pavimento pelvico stanno lavorando e se si stanno eseguendo gli esercizi nel modo giusto.
E se dovesse persistere?
La chirurgia è un’opzione valida se gli altri trattamenti hanno fallito. L’urologo può impiantare un dispositivo o uno sfintere artificiale. Quest’ultimo comprime l’uretra per tenerla chiusa tranne quando è necessario urinare.
B > Disfunzione erettile (ED)
Una preoccupazione ancora maggiore per molti uomini è la disfunzione erettile o l’impotenza. I nervi che causano l’erezione nei maschi sono collocati su entrambi i lati della ghiandola prostatica. Ciò significa che c’è un alto rischio che questi nervi si danneggino durante l’intervento di prostatectomia radicale. Generalmente gli urologi opterebbero per la chirurgia cosiddetta nerve-sparing, per non danneggiare questi nervi. Tuttavia, nel caso di cancro alla prostata, il danno a questi nervi è altamente probabile.
La probabilità di ED dopo la prostatectomia radicale dipende da una serie di fattori. Tra questi possiamo includere l’età, la salute generale del paziente, se si soffriva di ED prima del trattamento, il tipo di approccio chirurgico utilizzato.
Il primo trattamento per la DE dopo la chirurgia del cancro alla prostata è rappresentato dai farmaci orali come il sildenafil (Viagra), che migliorano il flusso sanguigno al pene.
Se il farmaco non è sufficiente è possibile associare un dispositivo chiamato vacuum device. Viene fissato con un anello posto alla base del pene e utilizza la pressione del vuoto per mantenere il sangue all’interno dei corpi cavernosi, meccanismo che è alla base dell’erezione.
Una terza opzione è rappresentata da una iniezione locale farmacologica.
Infine, esistono le protesi peniene.